Di recente, Alessandro Robecchi, autore di gialli, ha vinto il premio « Violeta Negra Occitanie 2021 » durante il festival « Polars du Sud » a Tolosa con la traduzione del suo romanzo Questa non è una canzone d’amore (Ceci n’est pas une chanson d’amour).
Intervista sul sito delle Éditions de l’Aube :
Una commedia certo, ma molto cupa, ed è piaciuta molto la sua causticità. È divertente, a volte al limite della farsa. È sgradevole : acida quanto si può desiderare. L’autore ha un senso del ritratto, un senso dell’immagine e della metafora. All’origine giornalista, ha lavorato a lungo in un settimanale satirico. Il suo testo è vivace, il linguaggio frizzante, Robecchi ha un gusto per le parole e le formule, gioca volentieri con ossimori, iperboli, espressioni paradossali, quasi troppo, a volte!
In breve, questo matrimonio di oscurità estrema e commedia è una delizia. Lo spirito di questo romanzo sta nel suo personaggio principale, una star televisiva simile a Berlusconi.
Si chiama Carlo Monterossi, vive a Milano e lavora in uno sporco reality show televisivo, con persone che salgono sul palco per parlare delle loro storie d’amore, solitamente storie pietose con dettagli sordidi. Lo spettacolo si chiama « Crazy Love » e Carlo, disgustato da quello che sta facendo, vuole smettere di lavorarci. Ma il pubblico dello spettacolo è considerevole…
Questo personaggio complesso, alla fine romantico e commovente, è il narratore del romanzo. Tutto passa attraverso i suoi occhi, tanto acuti quanto disillusi. Anche un po’ malinconico.
È un fan di Bob Dylan – un punto per lui – e il romanzo è pieno di citazioni del cantante, come questa, che risuona così bene con il personaggio di Carlo: « So come manipolare le persone come tutti gli altri / forzarle e bruciarle / ingannarle e deviarle »…
«Questa non è una canzone d’amore» è anche un romanzo cupo. Qual è la trama?
Impossibile da riassumere ! Diciamo che Carlo sarà vittima di un attentato e che presto capirà che non è l’unico bersaglio.
Perché qualcuno lo insegue ? Per scoprirlo, si imbarca in un’indagine con molti colpi di scena in compagnia di una giovane donna, Nadia, una dea del computer, una sorta di Lisbeth Salander, solo meno gelida.
E ben presto tre coppie si ritrovano sulla stessa pista, senza saperlo, Carlo e Nadia, due sicari e due giovani zingari il cui campo è stato bruciato da neonazisti impazziti.
Il romanzo è quindi organizzato intorno a un triplice inseguimento a un ritmo molto veloce.
Ma il romanzo non è solo intrattenimento…
No, tutt’altro. « Ceci n’est pas une chanson d’amour » è un ritratto al vetriolo del trash televisivo, ma soprattutto una feroce evocazione della società milanese. L’autore conosce la città come le sue tasche e traccia una geografia meticolosa, dai quartieri più borghesi alla periferia. Il romanzo rivela i legami velenosi tra gli affari, il banditismo e l’estrema destra. La visione dell’autore, come quella del suo personaggio, è molto oscura, anche se mostra grande tenerezza per la sua città e per i perdenti dei giochi di potere e di dominio.
Questo romanzo è il primo di una serie. Secondo il traduttore, i seguenti sono ancora meglio. Non vediamo l’ora che arrivino.
Ceci n'est pas une chanson d'amour, di Alessandro Robecchi. Tradotto dall'italiano da Paolo Bellomo e Agathe Lauriot dit Prévost, pubblicato dalla casa editrice Éditions de l'Aube.
Un’altra intervista di Alessandro Robecchi sul suo ultimo libro I tempi nuovi (su IBS)