Il libro di Elena Rui, La famiglia degli altri (uscito a inizio 2021 presso l’editrice Garzanti) racconta la storia di una donna: avendo deciso di non conformarsi, Marta ha costruito una famiglia nella quale la libertà di ognuno è la prima regola da rispettare.
È ovvio: le convenzioni sociali hanno la loro utilità, perché offrono un rifugio sicuro quando si tentenna per sapere che cosa fare. È così che Marta, a 34 anni, ha scelto di andare controcorrente e di non seguire i dettami della società, costruendosi con il compagno (Antoine) una coppia che va all’incontro delle convenzioni. A unire i due c’è il progetto di seguire le orme di Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir (la coppia “aperta” per eccellenza). Ispirandosi in buona parte ai due intellettuali parigini, Marta e Antoine pensano che l’amore sia la forma di libertà più adatta e che non deve conoscere costrizioni. Il rapporto di coppia impegna dunque una fiducia reciproca, senza esclusività, in una comunione intellettuale che sia ad ogni prova.
Ed ecco: Marta è convinta delle proprie scelte, ma quando la morte improvvisa della nonna (Ada) la costringe a lasciare la città dove vive e lavora (Parigi) per tornare nella sua natìa Padova, le fondamenta del suo sistema di pensiero entrano in forse. Presto, fra le cortesie richieste dalla circostanza, Marta si troverà a dover fare i conti con una realtà di segreti sepolti sotto l’apparenza di un certo perbenismo. Quei segreti faranno vacillare le sue certezze quando si accorgerà che non esistono delle famiglie ideali (poiché ogni famiglia è imperfetta, a modo suo).
Con uno stile « tagliente, preciso ed elegante » (che si direbbe ricorda a momenti un certo Antonio Tabucchi), l’autrice ci offre il ritratto di una donna fragile ma tenace. La quale, senza inseguire false illusioni, « prova a cucirsi addosso l’abito esistenziale che le dona di più », e « la storia di Marta ha un respiro che può diventare il paradigma delle trasformazioni che i modelli di famiglia subiscono nel tempo e a cui noi assistiamo ormai ogni giorno » (dalla recensione sul sito dell’editrice Garzanti).
Elena Rui è anche l’autrice di una raccolta di novelle, Fiale (editrice Monte università Parma), pubblicata nel 2014. E condivide (tra altro) la sua passione per la scrittura (come lo dichiara in varie interviste) con… la pasticceria (di cui dice che ha con lo scrivere certe affinità: « sono due modi di creare »). È laureata in lingue straniere e vive in Francia da quindici anni, dove insegna l’italiano ed è tradutrice.