Di: Rachel Bernard, Il giorno dei morti. L’autunno del commissario Ricciardi
Ammirevole ritrattista di Napoli sotto il fascismo, Maurizio de Giovanni moltiplica i personaggi per affascinarci con la sua capacità di catturare un’atmosfera nelle sue sfumature e nel suo peso sociale. La personalità della piccola vittima, intorno al quale gira la trama del romanzo, prende forma tra le pagine. Chiunque avrebbe potuto essere responsabile della morte del bambino. Le ipotesi si susseguono. In breve, si tratta di un romanzo che riunisce tutti i criteri di un poliziesco.
Maurizio De Giovanni, nato nel 1958, è un scrittore italiano di romanzi polizieschi. È un banchiere, che ha conseguito nel 2005 il premio nazionale « Tiro Rapido » con il racconto breve « I vivi e i morti » che sarà l’elemento di base per il romanzo L’inverno del commissario Ricciardi pubblicato nel 2007. È l’autore di molti romanzi polizieschi che si svolgono a Napoli. Divide la sua vita tra il suo lavoro di banchiere e la scrittura.
La serie che ha per eroe Ricciardi include una decina di titoli. Questa serie racconta la storia di un agente di polizia chiamato Ricciardi che ha la capacità di vedere gli ultimi pensieri dei morti. Le storie si svolgono a Napoli durante il fascismo negli anni ’30. Il natale del commissario Ricciardi apre il ciclo delle feste. La nostra opera si chiama L’autunno del commissario Ricciardi: il giorno dei morti redatta nel 2015.
In che modo Maurizio de Giovanni abbozza il ritratto sociale di una città (Napoli) fascista degli anni ’30 ?
Il commissario si dedica all’inchiesta volendo assolutamente rendere giustizia a questo bambino. Questo agente di polizia è un uomo misterioso, celibe e quasi trentenne, i cui occhi verdi, trasparenti come gli occhiali, fanno capovolgere i cuori delle donne. Le due donne del romanzo lo stanno corteggiando e lui si rifugia nell’inchiesta in corso che deve condurre di maniera clandestina sotto una pioggia inarrestabile che dona un’atmosfera ancora più triste al romanzo. È un uomo di una estrema timidezza. Il commissario Ricciardi, commosso dalla fragilità e dall’abbandono del piccolo cadavere, contro l’opinione di tutti, vuole delucidare il mistero della morte del bambino. È una persona ostinata che vuole giustizia. Chi si preoccupa di un bambino delle strade, magro, tanto che la sua morte sembra naturale per tutti? Nessuno tranne Ricciardi, che decide di condurre l’inchiesta contro gli avvertimenti del suo capo e del brigadiere Maione.
Quelli che hanno la fortuna di non conoscere ancora Ricciardi, non conoscono il suo triste segno distintivo. Ha quello che lui chiama La Cosa. È la facoltà di percepire gli ultimi pensieri dei morti. Nonostante questo, all’avvicinarsi delle feste, questo dono che ha Ricciardi sembra fuggire. È perché vuole risolvere questo omicidio. La sua inchiesta non può avanzare ed è bloccata in una moltitudine di stalli.
Il fascismo e i personaggi
Ricciardi è sempre accompagnato dal dottore Modo e dal brigadiere Maione (il suo secondo, in luttoper la morte di suo figlio). La passione di Ricciardi per l’inchiesta e la giustizia fa di lui una persona estremamente controllata dalla milizia fascista. Inoltre, la sua vita è calma e senza storia, è una persona particolarmente sospetta. Ricciardi è un uomo al quale non importa se Mussolini viene a Napoli.
Si trova una descrizione completa del personaggio di Ricciardi nelle pagine, è una descrizione che si scopre mentre si legge il rapporto della polizia segreta fascista. Descrizione che si vuole particolarmente sviluppata e molto precisa della vita di Ricciardi. Si viene a sapere che è un personaggio di condizione agiata (un barone) e possiede una grande fortuna e terrena. Ma vive con la sua bambinaia in un quartiere modesto. Vede ogni giorno la miseria nera di Napoli, dei bassifondi (i quartieri più poveri di Napoli).
Il dottore Bruno Modo è un fervente oppositore del fascismo, è un medico e ha fatto la guerra. Non si sa molto su questo personaggio eccetto il fatto che è apprezzato da Ricciardi (forse il suo amico) e che non viene dei bassifondi.
Il commissario divisionale Garzo invece è un fervente ammiratore del Duce e vuole che la città sia perfetta per il suo arrivo. Non vuole inchieste importanti in corso. Ma quando apprende che Ricciardi investiga su un’inchiesta di assassinio, non gli piace. È un personaggio che non è molto apprezzato da Maione e da Livia, una delle donne innamorate di Ricciardi. È un perfetto esempio di una persona condizionata dalla propaganda del regime.
Abbiamo appena dipinto il ritratto di tre personaggi molto differenti tra loro. Il primo è una persona che vuole rendere giustizia senza preoccuparsi di quello che vuole il regime, il secondo è una persona che si confronta al regime e il terzo è un personaggio che farebbe di tutto per il regime.
Il fascismo e la città
A Napoli, la linea di separazione tra i poveri e i ricchi è molto sottile.
La città è descritta come “meravigliosa” in apparenza però è una città caotica. La nostra storia si svolge nel 1931. In questo tempo la politica di Mussolini semina il terrore nelle strade di Napoli, e fa della propaganda. La città subisce delle importanti restrizioni come il “surrogato” al posto del caffè: il regime fascista aveva decretato una politica economica di autarchia e aveva aumentato le tasse sui prodotti importati. All’epoca, in Italia, si beveva poco vero caffè.
Per ristabilire il contesto, siamo sotto la dittatura di Mussolini. Benito Mussolini accede al potere nel 1922 e lo conserverà fino al 1943. È il fondatore del fascismo. Dopo 1935, si avvicina a Hitler, con il quale crea il Patto d’Acciaio nel 1939. Napoli è una città fortemente toccata durante la crisi economica del dopoguerra. Si riprenderà durante la dittatura fascista, ma questa illusione fugace stramazzarà all’ingresso dell’Italia fascista in guerra. Alla fine della guerra, quando si tratta di votare per o contro la monarchia, gli italiani sono a favore del regime fascista, non perché fossero ancora collegati al fascismo ma perché una grande parte della popolazione era della classe povera, dunque facilmente condizionata dalla propaganda.
Napoli, ottobre 1931, anno IX del fascismo, la città si prepara alla visita del “Duce”. Le strade sono pulite, nel senso proprio come figurato. Non c’è dubbio che quando la gerarchia della polizia lascia sfuggire la notizia di una morte sordida, si macchia davvero. Gli scagnozzi della polizia segreta si attivano e l’atmosfera della città si fa più soffocante. Questa visita rende nervoso il commissario Garzo. La polizia segreta investiga su tutti, anche sulle persone innocenti. Se Mussolini realizza che dei crimini perdurano nella città, potrebbe significare che la città che vuole mostrare non è così perfetta.
Un ritratto sociale di questa Napoli degli anni ’30 in cui la miseria più nera si estende ai piedi delle ricche dimore, dove la chiesa ancora potente è alleata con la vecchia nobiltà e con la borghesia in ipocrite azioni di benevolenza che non dissimulano il loro disprezzo. Il vicariato, a sua volta, agita la sua gerarchia per impedire ogni curiosità di Ricciardi. Si sa che Matteo (la piccola vittima) è uno scugnizzo e che è stato accolto dal prete di una parrocchia, che ospitava in condizioni ignobili il bambino e altri bambini. Vivono una vita abominevole in strada, sono abbandonati e maltrattati nell’unico posto in cui sono stati accolti. Matteo è il sacco da boxe dei più grandi. Tutte le persone sanno quello che succede ma nessuno fa qualcosa.
Per concludere, l’autore illustra molto bene le motivazioni, le sofferenze dei personaggi, e il loro carattere. Descrive perfettamente la Napoli degli anni ’30. Secondo il regime fascista “Va tutto bene !” In realtà, il popolo soffre e centinaia di bambini senzatetto sono nelle strade, chiedendo un po’ di cibo e di calore umano. È una Napoli dall’aspetto ricco, “pulita”, dunque perfetta, che è descritta però quando si analizza più, ci si accorge che Napoli è una città molto povera, dove si svolgono crimini. Inoltre il regime non è così popolare per alcune persone (come Ricciardi o il dottore Modo). Attraverso l’inchiesta di Ricciardi e Maione scopriamo un ritratto negativo di Napoli, sia storica che sociale.
Questa è una terribile immagine di estrema povertà, con un accento dickensiano che richiama le descrizioni di Dickens della miseria e dell’ingiustizia dei ragazzi di strada nella Gran Bretagna del diciannovesimo secolo. A chi importa dei bambini ?
Buongiorno a tutti !
Mi chiamo Rachel Bernard, ho diciannove anni e studio l’italiano da poco tempo (due anni). È la prima volta che faccio una riflessione su un libro. Mi piace molto parlare italiano perché è una lingua bellissima e sonora. Inoltre, mi piace molto leggere perché mi permette scappare in un altro mondo. Ho scoperto questo autore per caso ma è una scoperta molto bella. Mi piacciono la sua maniera di scrivere e il genere del romanzo (poliziesco). Di solito non è il tipo di romanzo che leggo. Oggi, volevo condividere una piccola riflessione sul aspetto sociale di Napoli negli anni ’30 sotto il fascismo. La nostra opera si chiama L’autunno del commissario Ricciardi: il giorno dei morti ed è stata scritta nel 2015.