DanteDì : che è ?

Nell’autunno 2019, il governo italiano aveva fissato la data per festeggiare il 700esimo anniversario della morte di Dante Alighieri (1321) al 25 marzo 2020. Poi, si sa che per via della famigerata pandemia… tutto si è fermato (non solo le manifestazioni dantesche !)

E ora eccoci alla fine marzo 2021, ma il contesto non è molto cambiato (un poco, sì, ma in sostanza, no). Comunque, in Italia e in vari paesi le iniziative fioriscono per fare onore al poeta e alla sua opera. All’inizio era stato previsto di celebrare la nascita del poeta toscano, ma essa rimane ancora incerta (solo l’anno, 1265, è sicuro) : si sa soltanto che venne battezzato in marzo del 1266 (quindi un anno dopo la nascita). Un’ipotesi fornita da un passo della sua Commedia (o Comedia, secondo la grafia dell’epoca) lo fa nascere tra il 21 maggio e il 21 giugno 1265 : è nel canto XXII del Paradiso (la terza cantica) che Dante accenna a « quand’ io senti’ di prima l’aere tosco » (sono i versi 114-117 del canto), cioè alla sua nascita (in sostanza : « quando respirai per la prima volta l’aria toscana »).

Non è comunque neanche la data esatta della sua morte che è stata fissata per l’omaggio, poiché Dante non morì un 25 marzo, ma alla metà del mese di settembre del 1321. In verità, il mese di marzo è legato alla scrittura della sua opera maggiore. Cepell (Centro per il Libro e la Lettura del Ministero della Cultura) lo spiega con altri studiosi come la data di inizio del viaggio di Dante nella Commedia, il 25 marzo 1300. Però, la questione è controversa: secondo altri studiosi il viaggio di Dante sarebbe iniziato l’8 aprile 1300.
La tesi del 25 marzo riposa su vari indizi nei versi del poema: nella terzina 37-40 del primo canto dell’Inferno, Dante indica che incontra la lonza (una delle fiere nella selva oscura) mentre il sole sta sorgendo nella costellazione dell’Ariete (quindi al momento dell’equinozio di primavera, e nel Medioevo si credeva che i sei giorni della creazione del mondo corrispondessero con l’equinozio di primavera). Un altro indizio sulla data del 25 marzo si troverebbe nel canto XXI dell’Inferno, ai versi 112-114, dove il diavolo Malacoda sostiene che i ponti che collegano le bolge dell’VIII cerchio sarebbero crollati quando morì Cristo, « mille dugento con sessanta sei / anni », e cinque ore prima del colloquio dei due pellegrini e il diavolo. Ora, nel Medioevo si riteneva che Cristo fosse morto a 34 anni dall’incarnazione, cioè, secondo la tradizionale data della natività (25 dicembre), al 25 marzo (che è in fase con l’equinozio di primavera, e occorre inoltre ricordare che nel Medioevo non si usava contare i giorni dell’anno dal 1 gennaio ma piuttosto a partire dal 25 dicembre).
Tuttavia, per altri studiosi, Dante intendeva accennare al fatto che l’inizio del viaggio sarebbe stata quella del giorno della morte di Cristo: non il tradizionale 25 marzo ma il Venerdì Santo, che nel 1300, giunse l’8 aprile. Le interpretzioni restano dunque aperte…

La rete televisiva RAI propone una selezione di letture « Dantis » sui tre canali, su RAI Play e numerosi altri programmi sulla piattaforma RAI Cultura : letture della Commedia, podcast, conferenze, convegni, concerti. Ce en sarà per tutti i gusti (le manifestazioni indicate sul sito del Ministero della Cultura).

Dipinto di Domenico di Michelino (1417-1491)

Dante Alighieri è stato innanzitutto un poeta della tradizione « cortese », una maniera poetica udibile nelle canzoni della Vita Nuova, l’opera ispiratagli dall’amore di Beatrice : il poema (che comprende anche delle prose, in una struttura molto ricercata) sarebbe stato terminato nel 1291 e avrebbe avuto le lode di Guido Guizinelli, uno dei più ottimi poeti di Toscana del tempo : Guido diventò l’amico di Dante ma la loro frequentazione cessò a causa di divergenze ideologiche (non solo in relazione al modo di far poesia).

Dopo la morte di Beatrice, Dante sembrò volgersi alla filosofia e consolarsi con le letture del De Amicitia di Cicerone e della Consolatio di Boezio. Cominciò a mettere mano a vari trattati (saggi), tra i quali il De Vulgari Eloquentia, la Monarchia, e il Convivio che contribuirono a formare il « laboratorio » filosofico e teologico della Commedia. Nel De Vulgari Eloquentia, Dante ha come ambizione di promuovere l’uso della lingua « volgare » (cioè l’italiano dell’epoca, un linguaggio che s’appoggia sul parlato toscano, ma modulato su fondamenta geografiche più ampie). L’idea era ovviamente di scrivere a partire dei « dialetti » italiani, con il toscano come sfondo comune, per un pubblico di « illitterati », cioè di gente che non parlava (o male) il latino.

La Commedia fu riqualificata in « divina » da uno dei glossatori del Quattrocento, il celebre Giovanni Boccaccio, l’autore del Decamerone. Il poema è diviso in tre « cantiche » (Inferno, Purgatorio, Paradiso), e ognuna delle cantiche è divisa in canti (trentatré, tranne il primo canto dell’Inferno che ne comprende 34). I versi seguono lo schema della « terza rima », come si vede in questo esempio :

Nel mezzo del cammin di nostra vita — A
mi ritrovai per una selva oscura, — B
ché la diritta via era smarrita. — A
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura — B
esta selva selvaggia e aspra e forte — C
che nel pensier rinova la paura! — B
Tant’ è amara, che poco è piú morte ; — C
ma per trattar del ben ch’io’ vi trovai, — D
dirò dell’altre cose ch’ i’ v’ ho scorte. — C

L’opera viene chiamata « commedia » perché è composta secondo uno stile umile (cioè non solenne) e segue una progressione contraria a quella di una tragedia (dagli orrori dell’Inferno si giunge alla felicità suprema del Paradiso).

Il manoscritto originale della Commedia (finito nel 1321) è stato perso e benché ci siano numerose copie, il testo potrebbe contenere degli errori o delle approssimazioni, appunto dovuti alle copie. Tra le numerose edizioni della Commedia, esiste un volume che elenca le differenti varianti stabilite a partire dagli esemplari più anziani, ad opera di Federico Sanguineti, la Dantis Alagherii Comedia, presso le Edizioni del Galluzzo (2001).

Nella scelta del suo argomento, Dante ha seguito una lunga tradizione letteraria : le visioni dell’aldilà avevano un forte successo fin dal secolo precedente (il Duecento), sia nella letteratura latina e pastorale che nella letteratura profana e vernacolare.

Représentation symbolique de La Divine comédie de Dante par Domenico di Michelino (1417-1491)

L’architettura della Commedia : una conferenza di Marco Grimaldi, in cui il docente spiega alcune delle particolarità dell’opera.

 Verso la pagina di France Culture intorno alla Commedia di Dante Alighieri (podcast di letture, presentazione, …) in francese

 La mostra dell’Accademia della Crusca: «Della nostra favella questo divin poema è la miglior parte» (su YouTube)

Leggere Dante : come, perché? (eBook sul sito Sinestesie)

 Colloquio tra Alessandro Barbero, Alberto Casadei e Paolo Rambelli sull’«uomo Dante» (il colloquio comincia al 38′ dopo poco dantesche biciclettate in giro attraverso la città !)