La Sardegna (e l’Italia) negli occhi di Michela Murgia

Sardi e persino « sardissimi » : così alcuni scrittori descrivono il loro attaccamento alla Sardegna. Michela Murgia era una di loro. Romanziera brillante, attivista femminista e anche cattolica convinta, era profondamente radicata nella sua isola. Insieme a Milena Agus, Marcello Fois, Salvatore Niffoi e altri, apparteneva a una generazione di autori che illustrano l’effervescenza della letteratura sarda. Michela Murgia era combattente nella vita e in politica (era stata candidata alla presidenza della Regione Sardegna nel 2014 e sono noti i suoi scontri con l’attuale (2023) vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini)… È morta a Roma giovedì 10 agosto, all’età di 51 anni.

In un incontro nel 2016, a Gavoi, nella Sardegna montuosa dell’interno, dove Marcello Fois organizza ogni anno il festival di letteratura « Isola delle Storie », Michela Murgia si era rivelata ancora una volta come un’appassionata dibattitrice di temi che le stavano a cuore: il posto della donna, i diritti umani, il pericolo della rinascita fascista e il concetto di « famiglia », di cui aveva una concezione molto personale : riteneva che le più autentiche famiglie fossero quelle basate su amicizie e non su legami di sangue. Ai suoi funerali a Santa Maria in Montesanto, la chiesa degli artisti a Roma, due eminenti membri della sua famiglia d’elezione, gli scrittori Chiara Valerio e Roberto Saviano, le hanno reso un vibrante omaggio davanti a una folla di ammiratori, in gran parte donne.

Murgia è nata il 3 giugno 1972 a Cabras, sulla costa occidentale dell’isola. La scrittrice ha pubblicato il suo primo libro nel 2006, Il mondo deve sapere : un libro tragicomico che denuncia le condizioni di lavoro degli operatori dei call center, basato su un’esperienza reale, e adattato per il cinema da Paolo Virzì (2008). Venne seguito da un secondo libro, sulla Sardegna « che non si vede » (Viaggio in Sardegna, 2008). Ma è nel 2009, con Accabadora, che Murgia si impone in Italia e sulla scena internazionale. Nella Sardegna rurale, l’accabadora è « l’ultima madre », colei che è chiamata ad aiutare i morenti a varcare l’ultima soglia. Nel racconto, è la seconda professione di Bonaria, una sarta vedova che non ha mai saputo dare la vita ma che, non riuscendo a dare la morte, viene a « liberare » chi non può o non vuole più lottare.

In questo magnifico testo, pieno di lentezze e silenzi, Murgia descrive una Sardegna piena di paure e superstizioni. Soprattutto, esplora il tema della trasmissione. « Non ho avuto bisogno di nessuno che mi insegnasse che bisogna schiaffeggiare i figli, accarezzarli, dare loro il seno, il vino della festa e tutto ciò che è necessario quando è necessario », confida il suo personaggio. Dare l »autorizzazione finale, il diritto di lasciarsi andare e di « passare », è anche, secondo lei, il ruolo di una madre simbolica.

L’eccentricità di questo primo romanzo era travolgente fin dalle prime pagine. Rivelava uno stile di scrittura singolare, una voce precisa e piena, che poteva essere sprezzante, con quel meraviglioso accento sardo nell’eruzione dell’oralità.

Vincitore del premio Campiello e di grande successo in Italia, Accabadora sarà seguito nel 2011 da un saggio sul ruolo della donna nella religione cattolica, Ave Mary. E la chiesa inventò la donna, seguito nel 2012 da La guerra dei santi, un romanzo di formazione, vivace ed ellittico in cui Murgia torna sul tema della filiazione attraverso una battaglia tra due parrocchie cattoliche nel suo paese natale, Cabras.

Chirú (2015), descrive i tormenti di un’attrice trentottenne innamorata di un violinista diciottenne. Sullo sfondo di riti immemorabili e di una Sardegna eterna, questa ricerca di tolleranza e giustizia, che attraversa tutta la sua opera, è rimasta perfettamente coerente con le esigenze dei suoi impegni fino alla fine. Per questo Roberto Saviano ha sottolineato il significato « politico » della sua morte : « Murgia ha migliorato la vita di molti di coloro che l’hanno letta e ascoltata. Dire grazie non basta. La gratitudine deve trasformarsi in azione. »

Saggistica

  • Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell’isola che non si vede, Torino, Einaudi, 2008.
  • Ave Mary. E la chiesa inventò la donna, Torino, Einaudi, 2011.
  • L’ho uccisa perché l’amavo (falso!), con Loredana Lipperini, Roma-Bari, Laterza, 2013.
  • Futuro interiore, Torino, Einaudi, 2016.
  • Persone che devi conoscere, Padova, Messaggero di Sant’Antonio, 2018.
  • L’inferno è una buona memoria. Visioni da «Le nebbie di Avalon» di Marion Zimmer Bradley, Venezia, Marsilio, 2018.
  • Istruzioni per diventare fascisti, Torino, Einaudi, 2018.
  • Noi siamo tempesta, Milano, Salani, 2019.
  • Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe, con Chiara Tagliaferri, Milano, Mondadori, 2019.
  • Morgana. L’uomo ricco sono io, con Chiara Tagliaferri, Milano, Mondadori, 2021.
  • Stai Zitta, e altre nove frasi che non vogliamo sentire più, Torino, Einaudi, 2021.
  • God Save the Queer. Catechismo femminista, Torino, Einaudi, 2022.

    Narrativa

  • Il mondo deve sapere. Romanzo tragicomico di una telefonista precaria, Milano, 2006. [Rist. Einaudi, 2017]
  • Accabadora, Torino, Einaudi, 2009.
  • L’incontro, Milano, Corriere della Sera, 2011. [rist. Torino, Einaudi, 2012]
  • Chirú, Torino, Einaudi, 2015.
  • Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi, Milano, Mondadori, 2023.