Il Saltozoppo di Gioacchino Criaco, una recensione

 Autrice: Rébecca Desplanque

Per l’occasione dell’undicesima edizione del festival Toulouse Polar du Sud che ha avuto luogo a Tolosa fra il 11 e 13 ottobre 2019, è stato invitato lo scrittore italiano Gioacchino Criaco, in lizza per il premio Violeta Negra Occitanie con il suo romanzo, Il saltopozzo, pubblicato dalla casa editrice Feltrinelli nel 2015 e recentemente tradotto in francese con il titolo La Soie et le Fusil (traduzione di Serge Quadruppani, casa editrice Métaillé, Parigi, 2018).

Gioacchino Criaco è nato a Africo, un villaggio dell’Aspromonte in Calabria. È cresciuto in un ambiente contadino (è figlio di pastori), e poi si è laureato in legge a Bologna. Ha esercitato la professione di avvocato prima di allontanarsene per intraprendere la carriera letteraria, nella quale si è messo in mostra questi ultimi anni con le sue due trilogie di romanzi gialli. La prima trilogia, “la trilogia dell’odio” ha conosciuto un grande successo grazie al romanzo Anime nere (2008), che è stato adattato al cinema da Francesco Munzi nel 2014. Il romanzo Il saltopozzo introduce allora la seconda trilogia dello scrittore, la “trilogia dell’amore”. Molto ispirato dalla sua propria terra e cultura calabrese, Gioacchino Criaco ha introdotto una forma diversa del genere noir calabrese. Nel romanzo Il saltopozzo, l’autore non tratta di un crimine e della ricerca di un assassino, ma piuttosto tenta di sottolineare le specificità del territorio calabrese e di raccontare una contro-storia della Calabria, regione rinomata per il fenomeno mafioso della Ndrangheta, ma che, a suo avviso, oscura una storia non molto più vecchia e significativa, riguardante la sua antica fondazione. Gioacchino Criaco pubblica regolarmente la sua visione della situazione socio-politica calabrese su dei giornali online come Zoomsud.it e larivieraonline.com.

Concentriamoci ora sul racconto del Saltopozzo per capire meglio come Gioacchino Criaco costruisce la sua propria visione della letteratura e dell’importanza della storia e della cultura di un popolo. La storia si svolge sulle piane dell’Allaro, in Aspromonte, dove da generazioni sono in conflitto due famiglie, i Dominici e i Therrime. In questo contesto crescono Julien Dominici e i gemelli Agnese e Alberto Therrime, che stringono un legame d’amicizia (che sfocierà in un innamoramento fra Julien et Agnese), nonostante il vecchio odio generazionale fra le loro famiglie. Però in questo ambiente le donne giocano un ruolo primordiale: quello della trasmissione delle radici alla nuova generazione tramite il racconto orale della storia, delle leggende, dei miti intorno alla cultura calabrese. Il romanzo ripercorre così sei secoli di storia, ritornando fino all’epoca d’oro quando la Calabria faceva parte della Magna Grecia, e era soprattutto un mondo multi-culturale aperto sul mondo esterno, e popolato da greci, arabi, armeni, ebrei… Il saltopozzo è dunque il racconto di questo mondo che inizia a aprirsi di nuovo grazie alle donne che ridanno un senso positivo alla regione dell’Aspromonte.

Il lavoro letterario di Gioacchino Criaco tende in qualche maniera a ridare il prestigio culturale di cui la Calabria ha goduto in passato, con la riaffermazione per esempio della lingua greca-omerica, che è ancora parlata in Calabria. Nonostante la violenza che è stata e che esiste ancora nella sua terra natale, Criaco sceglie di fare l’elogio della ricchezza e della bellezza della Calabria, potremmo dire come un atto di resistenza contro il discorso generale che appiana gli strati della storia di questo popolo, che, come qualsiasi altro popolo, ha bisogno di conoscere le sue proprie radici per andare verso il futuro.