Il governo di Giorgia Meloni ha deciso di rivedere i criteri che consentono ai discendenti degli immigrati residenti in particolare in Sud America di acquisire la cittadinanza italiana. Una riforma imposta “alla Trump”, con un decreto legge che entrerà in vigore immediatamente, secondo la stampa.
Fino alla scorsa settimana, chiunque avesse un lontano antenato nato in Italia dopo il 1861, data della proclamazione del Regno d’Italia, poteva richiedere la cittadinanza. Dal 4 aprile non è più così, spiega il quotidiano Corriere della Sera. D’ora in poi, “potrà diventare italiano solo chi ha almeno un genitore o un nonno nato in Italia e cittadino italiano alla nascita”. In altre parole, non sarà più possibile rivendicare una parentela oltre la seconda generazione.
Che cosa dice il vocabolario di questo vocabolo ? O si chiede a qualche IA – ormai ce ne sono tante – di fare una sintesi ? con delle sorprese in vista…
Questo vecchio video di un certo Giorgio Gaber ormai dimenticato rimette un po’ di senso sulle interrogazioni riguardo alla democrazia oggi.
Giorgio Gaber, pseudonimo di Giorgio Gaberščik (Milano, 25 gennaio 1939 – Montemagno di Camaiore, 1º gennaio 2003), era un cantautore, drammaturgo, attore, cabarettista, chitarrista e regista teatrale italiano, nel secondo dopoguerra.
Nel mondo qualcosa non quadra… e non è da oggi, né è così (qualcosa non quadra) dal 1996, ma da molto ben prima.
La forza dei libri più belli è quella di creare paesaggi propri, che si ricordino dopo la lettura come un viaggio al limite dell’onirico, un mondo attraversato. Ilaria, di Gabriella Zalapì, è uno di questi libri, e il mondo che ci fa attraversare è quello di una bambina di 8 anni che il padre rapisce nella primavera del 1980 per una sorta di lunga peregrinazione italiana, in auto, di albergo in albergo, senza una vera meta, da Torino alla Sicilia… È la bambina a parlare, al presente, e non sappiamo quanto durerà questo strano viaggio, dove paura e curiosità si mescolano in una strana suspense sommessa. Allontanata dalla madre e dalla sorella maggiore da un “papà” che si sta ancora riprendendo dal divorzio, la narratrice descrive con mirabile semplicità l’ambivalenza dei sentimenti e la complessità di un uomo stravolto, al volante della sua BMW, che si ferma spesso nelle stazioni di servizio per telefonare all’ex moglie o inviarle telegrammi.
Salve ! Siamo due studentesse di “seconde” (il terzo dei cinque anni di liceo in Italia) dei lycées «Déodat de Séverac» e «Pierre de Fermat» che hanno scelto di passare in questa università due settimane di stage insieme alla professoressa Antonella Capra.
Qui vi parleremo della nostra esperienza e di ciò che abbiamo fatto e imparato. Buona lettura !
Durante la prima settimana abbiamo catalogato i manuali di italiano presenti in uno degli uffici, abbiamo visto le differenze fra i manuali più vecchi e quelli più recenti : i manuali più recenti tendono a contenere molte più immagini ed esercizi, così come testi più corti e leggeri rispetto a quelli più vecchi.
Dopo di che, abbiamo fatto un giro d’esplorazione nell’università, visitando tutti i vari edifici della struttura, che abbiamo trovato veramente interessanti, e abbiamo anche visitato il luogo in cui vengono prodotti i vari libri scritti dai ricercatori e professori dell’università.
In parallelo, abbiamo continuato il lavoro di catalogazione, procedendo stavolta con i vari CD provenienti dall’Italia, contenenti varie registrazioni di trasmissioni radio italiane che trattano, per esempio, della musica e della letteratura italiane.
Abbiamo assistito ad un esame scritto di italiano e abbiamo aiutato la professoressa a correggerne alcuni, rendendoci conto del metodo di correzione usato per gli esami e del tipo di consegne date agli studenti.
Per finire abbiamo aiutato a sistemare e a mettere da parte i fogli degli esami degli anni passati, che verranno poi buttati poichè inutili ormai.
L’università è molto bella (anche se un po’ deserta a causa della fine delle lezioni).
Abbiamo assistito ad un concerto karaoke molto bello e abbiamo visto le varie attività culturali praticate dagli studenti.
Ringraziamo i professoressi per averci dato questa possibilità di presa di contatto, e auguriamo una buona vita a chiunque stia leggendo.
A Roma, Giorgia Meloni ha appena inaugurato una grande mostra in omaggio a J.R.R Tolkien. Un omaggio personale quanto politico, in un Paese dove l’ultradestra celebra da 50 anni l’autore de Il Signore degli Anelli. Quando ha vinto le elezioni, sua sorella la paragonava già a Frodo… Si sta parlando del Presidente del Consiglio italiano, Georgia Meloni, che un anno fa è stata portata al potere da una coalizione di estrema destra, ed è una fan assoluta dello scrittore inglese J.R.R. Tolkien, padre del mitico Signore degli Anelli.
Quando si dice fan, non s’intende solo un « hobby » – o un « hobbit », dal nome degli elfi della saga – ma un vero e proprio modello politico. A Roma, Meloni ha appena inaugurato una grande mostra su Tolkien alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea. Un omaggio, a 50 anni dalla morte di questo grande filologo e specialista di Oxford in letteratura medievale, ma anche un volantino!
Il regista, artista visivo e scenografo Romeo Castelluci (nato nel 1960 a Cesena città dell’Emilia-Romagna) è strettamente legato all’avventura artistica della Societas Raffaello Sanzio, che ha fondato nel 1981 (con la sorella Claudia e un altro gruppo di fratelli composto da Chiara e Paolo Guidi). Con sede a Cesana, il gruppo, arricchito da giovani studenti di varie discipline, ha iniziato poi una ricerca teatrale influenzata dal rapporto soggettivo e distanziato con il metodo di recitazione di Stanislavski e dall’incontro con il teatro sovversivo di Carmelo Bene. Fin dall’inizio, la compagnia si è fondata su un’esplorazione e una riflessione legate alla scrittura scenica, a cui si aggiunge il gusto per le arti plastiche, al fine di inventare nuove forme drammatiche di rappresentazione.
L’Inferno di Dante Alighieri rivisitato da Romeo Castellucci e la Societas
Nella sua visione spesso apocalittica del mondo che abita i suoi spettacoli, Romeo Castellucci considera il teatro come uno spazio di proiezione in cui lo spettatore introdurrà la propria catarsi, a volte in modo provante e con il rischio di portarlo a rifiutare le forme rappresentate. Ma se le immagini e i suoni prodotti sono spesso violenti e talvolta difficili da sostenere, esistono comunque, per la maggior parte, in modo coerente con il soggetto e la forma adottata dal regista. Come artista, Castellucci sconvolge e disturba.
Da sinistra a destra : Gianni Morandi (cantante e co-conduttore) ; Chiara Ferragni (‘influencer’ e co-conduttrice della prima e quinta serata) ; Sergio Mattarella (presidente della repubblica e ospite della prima serata) ; Amadeus (conduttore del festival dal 2020) ; Laura Mattarella (figlia del presidente)
Il festival della canzone di italiana si è concluso la scorsa settimana. Andiamo a vedere i momenti più importanti di questa edizione e i risultati.
Prima serata (7 Febbraio)
Per la prima volta nella storia del festival, un presidente della Repubblica italiana è stato invitato al teatro Ariston; Sergio Mattarella ha colto l’occasione per celebrare il settantacinquesimo anniversario della costituzione italiana. Amadeus, il conduttore del festival dal 2020 riceve l’artista Gianni Morandi, artista che è finito terzo l’anno scorso ed è stato vincitore nel 1987, e Chiara Ferragni, l’influencer più potente del mondo secondo Forbes. Per questa prima serata, 14 artisti sono in gara. E solo la stampa vota. I vincitori dell’anno scorso Mahmood e Blanco, cantano anche la loro canzone davanti al presidente. Sulle 14 prime canzoni, una attira più l’attenzione delle altre: “Due vite” di Marco Mengoni, vincitore nel 2013. È lui che finisce al primo posto della serata.
Seconda serata (8 Febbraio)
Gli altri 14 artisti in gara presentano la loro canzone durante questa seconda serata. Tra gli ospiti ci sono i Black Eyed Pease, Fedez o ancora Al Bano, il cantante di “Felicità”. Vota anche stasera solo la sala stampa. Ela serata è vinta da Colapesce e Dimartino, un duo che ha l’abitudine di cantare delle canzoni leggerissime su dei temi abbastanza importanti. Sono state così presentate tutte le canzoni in gara.
Terza serata (9 Febbraio)
Durante questa serata tutti i 28 artisti sono in gara; sono selezionati dalla giura demoscopica e dal televoto. Sono invitati a cantare anche i vincitori del festival 2021 : i Måneskin. Sono anche ospiti Tom Morello, Annalisa (con il suo successo “Bellissima”) o Sangiovanni. Alla fine della serata viene fatta una nuova classifica generale. Marco Mengoni rimane in prima posizione; ma i Colapesce e Dimartino scendono all’ottavo posto. Completano il podio i cantanti Ultimo e Mr.Rain
Quarta serata ( 10 Febbraio)
La quarta serata è un po’ più speciale; cantano sempre i 28 artisti in gara ma non con la loro canzone; è la serata delle cover. Tutti cantano con degli ospiti. In Francia si fa un po’ notare il duetto di Colapesce e Dimartino, che cantano con Carla Bruni, moglie dell’ex primo ministro francese. Eros Ramazzotti canta con il secondo della classifica generale, Ultimo. Sono anche presenti le cantanti Emma Marrone e Elisa come ospiti. La serata delle cover è anche vinta da Marco Mengoni, con la suo cover di “Let It Be”
Serata finale (11 Febbraio)
È la serata in cui si conoscerà il vincitore della settantatreesima edizione del festival. Ci sono due fasi: la prima dove cantano i 28 artisti in gara; su questi 28 artisti solo 5 si qualificano in finale. In questa serata solo il televoto dà la sua preferenza. Come ospiti sono invitati gli artisti internazionali Depeche Mode. Quando arriva l’ora dei risultati finali, si ritrovano il presentatore Amadeus e Chiara Ferragni per annunciarli. I cinque qualificati sono Marco Mengoni, Ultimo, Lazza, Mr.Rain e Tananai (il quinto non era sicuro di qualificarsi). Giorgia e Madame si qualificano al sesto e settimo posto. Nella seconda fase ricantano i cinque artisti per decidere del vincitore. Poi, Amadeus legge una lettera del presidente ucraino Zelens’kyj. Sono ormai le due e trenta di notte ed è l’ora dei risultati finali. Come ci si aspettava, vince Marco Mengoni con 45,53% dei voti. Al secondo posto Lazza con 16,64% e al terzo posto Mr,Rain con 14,43% dei voti. Il giorno dopo la finale, Marco Mengoni ha annunciato che rappresenterà l’Italia all’Eurovision 2023; dopo essere finito al settimo posto nel 2013 con “L’Essenziale”
Sono un fedele del festival di Sanremo e dopo avere guardato la mia quarta edizione, vorrei esprimere cosa ne ho pensato. Il festival è sempre un istituzione in Italia e mi piace veramente la qualità dello show e delle canzoni in gara. La conduzione di Amadeus era ancora formidabile. Solo una cosa mi ha infastidito: la posizione di Chiara Ferragni. Non ha presentato niente ed era giusto presente per far passare dei messaggi politici con dei vestiti piuttosto bizzarri, quando la destra del paese criticava già la politicizzazione del festival. Il secondo problema è la difficoltà per i cantanti che sono nella categoria “Giovani”, artisti nuovi sulla scena musicale qualificati grazie a uno show organizzato prima del festival. I 6 artisti “Giovani” occupano solo gli ultimi nove posti. Il vincitore non era il mio favorito, ma mi piace lo stesso la canzone, è comunque il mio vincitore favorito da quando guardo il festival. Vi lascio con le mie canzoni favorite di questa edizione : 1. Modà – Lasciami (11°/28) 2. Shari – Egoista (27°/28) 3. Colapesce e Dimartino – Splash (10°/28) 4. Madame – Il bene nel male (7°/28) 5. Marco Mengoni – Due vite (Vincitore) 6. Mr. Rain – Supereroi (3°/28) Una menzione alla mia cover preferita della serata delle cover, quella di Elisa e Giorgia per “Luce” (Tramonti a Nord Est).
Grazie per la lettura !!
Da sinistra a destra : 1. Tananai (Quinto posto) ; 2. Lazza (Secondo posto) ; 3. Ultimo (Quarto posto) ; 4. Mr. Rain (Terzo posto) ; 5. Marco Mengoni (vincitore)
Il 7 febbraio comincerà il 73° festival della canzone italiana di Sanremo. Il festival di musica più famoso in Italia e certamente in Europa (ha per esempio ispirato il concorso Eurovision).
È annuale dal 1951 ed è trasmesso dal teatro Ariston di Sanremo. Tra le canzoni le più popolari del festival all’estero troviamo :
– “ Nel blu dipinto di blu ” di Domenico Modugno (1958) – “ Non ho l’età ” di Gigliola Cinquetti (1964) – “ Sarà perché ti amo ” dei Ricchi e Poveri (1981) – “ Felicità ” di Al Bano e Romina Power (1982) – “ L’Italiano ” di Toto Cutugno (1983) – “ La solitudine ” di Laura Pausini (1993) – “ Laura non c’è ” di Nek (1997) – “ Luce (tramonti a Nord Est) ” di Elisa (2001) – “ Soldi ” di Mahmood (2019) – “ Zitti e buoni ” dei Maneskin (2021)
Il teatro Ariston
L’edizione 2023
28 artisti proporranno una canzone inedita. Dopo la vittoria di Mahmood e Blanco l’anno scorso; i favoriti secondo i bookmakers sono Ultimo (Favorito nel 2019, è arrivato secondo con « I tuoi particolari »); Marco Mengoni (Vincitore della categoria campioni nel 2013 con « L’essenziale »). Quest’anno marca anche il ritorno di Anna Oxa e dei Modà sul palco dell’Ariston. La metà degli artisti partecipano per la prima volta al festival (Tra loro il ritorno del duo separato dal 2006 Articolo 31 – formato da J-Ax e di DJ Jad).
Anche quest’anno il conduttore del festival sarà Amadeus (il conduttore sceglie i participanti e presenta il festival). La principale novità è il cambiamento della super-finale (l’ultimo passo nella serata finale; per decidere chi vince), non sarà più a 3; ma per la prima volta a 5. Tra i cinque, ci sarà una nuova votazione per scegliere il vincitore.
Come sempre, il festival durerà 5 giorni e il vincitore sarà deciso dalla stampa (33%), dalla giuria demoscopica (33%) e dal televoto (34%); il vincitore avrà il diritto di rappresentare l’Italia in maggio per l’Eurovision 2023 a Liverpool. Cos’è Sanremo senza ospiti? Quest’anno ci saranno i Black Eyed Peas, Al Bano o ancora il presidente ucraino Zelens’kyj.
Ci vediamo nella notte dall’11 al 12 febbraio per scoprire chi sarà il vincitore della 73° del festival!
Due recensioni del progetto 2022 della compagnia universitaria «I Chiassosi», con Focus Group di Marco Di Stefano e Le conseguenze del surriscaldamentoglobale di Giulia Lombezzi.
Mohamed Ala Ouannes (L2-LLCE)
Vorrei iniziare con una premessa: non sono un esperto di teatro, quindi non ho grandi conoscenze sulla recitazione, ma sono una persona molto critica e diretta nei confronti dell’arte. Ritengo che sia stato uno spettacolo organizzato bene.
Nella prima parte, con il testo Focus Group, è stato affrontato il tema del suicidio con comicità e l’ho trovata interessante soprattutto per come questo argomento delicato è stato presentato ed analizzato. Ho scelto l’aggettivo “delicato” proprio perché gli attori sono perlopiù studenti universitari e nel pubblico vi erano tanti giovani.
Inoltre, anche il modo in cui il consumismo viene introdotto fa riflettere molto. Un altro elemento che mi ha colpito è stata la naturalezza con cui il suicidio è stato messo in scena, a differenza di come lo si fa nella vita reale, dove forse non se ne parla abbastanza.
Nonostante molti attori non fossero italiani, penso che siano stati bravi e che la loro recitazione sia risultata fluida. Alcuni tra i vari interpreti erano alle prime armi e sono rimasto sorpreso dal lavoro che hanno fatto, per questo motivo mi complimento con loro.
Nina Venzac (L2-LLCE)
Ho assistito allo spettacolo teatrale della compagnia “I Chiassosi” alla Fabrique. Due dei miei compagni di classe facevano parte degli attori e vederli recitare dei ruoli abbastanza difficili da interpretare è stato sorprendente, soprattutto perché solitamente si esprimono in modo diverso. L’evento è stato molto coinvolgente e per me è stata una bella opportunità poter vedere un’opera teatrale all’Università, in cui alcuni miei colleghi erano dei personaggi principali. Era la prima volta che partecipavo ad uno spettacolo che affronta il tema del riscaldamento climatico (ne Le conseguenze del surriscaldamento globale) ed è stato impressionante e commovente, perché è un modo diverso di poterne parlare, un modo che tocca il pubblico. Inoltre, gli attori ci hanno dato la possibilità di riflettere sui vari punti di vista che possono esistere.
La science-fiction italienne peut-elle sortir du ghetto ? Pour les maisons d’édition courageuses et innovantes, les événements qui rassemblent les fans et les nouvelles séries à venir, l’année 2019 a été un moment important pour le fantastique et la science-fiction en Italie. Une métaphore a toujours accompagné la science-fiction écrite par des auteurs italiens : « le ghetto ». Dans le passé surtout, les écrivains italiens ont fait partie d’une communauté autoréférentielle, dans laquelle ils agaçaient le collègue qu’ils considéraient comme un ami et se disputaient avec d’autres auteurs appartenant à d’autres groupes.
Cette attitude n’a certainement pas permis d’inciter les critiques officiels à se pencher sur les œuvres, ni d’augmenter le nombre de lecteurs. Quelqu’un pourrait citer le nom de Valerio Evangelisti comme exemple d’un auteur qui a réussi à sortir du ghetto, à publier chez un grand éditeur (Mondadori) et même à vendre à l’étranger. Mais est-ce vraiment le cas ? Oui et non. Il est vrai qu’Evangelisti a remporté le prix Urania en 1994, mais il est également vrai que la fiction de l’auteur bolonais – en particulier Eymerich, son personnage le plus célèbre – ne peut être rattachée à la science-fiction tout court. Il s’agit donc d’un cas rare d’un écrivain qui a su modeler tous les genres littéraires pour les mettre au service de sa poétique.