Joan Ganhaire, Vautres que m’avetz tuada : tradurre un poliziesco in italiano

Senza precedenti (non si traduce la letteratura occitanica contemporanea in Italia), molti sono i problemi che si presentano al traduttore, in primis i limiti dei dizionari e dei dizionari fraseologici di una lingua regionale. Il genere poliziesco, inoltre, ha sue convenzioni stilistiche, tra lingua popolare e slang. Quale forma dell’italiano scegliere? Un misto-meridionale alla Camilleri? Un simil-francitan alla Quadruppani? Ma il vero problema è ricreare nell’italiano, lingua di tradizione accademica, le stesse movenze disinvolte, quotidiane, sornione, ma gustose e piene di carattere della prosa di Ganhaire. Riveleremo a Tolosa alcune delle problematiche di questo laboratorio di traduzione letteraria.

Monica Longobardi è docente di Filologia romanza presso l’Università degli studi di Ferrara. Provenzalista (si è laureata su un’edizione critica dei vers di Guiraut Riquier), negli ultimi cinque anni si è avvicinata alla letteratura occitanica contemporanea, assegnando tesi su questa nuova disciplina (unica in Italia). Nel 2018 ha organizzato a Ferrara il convegno internazionale E nadi contra suberna. Essere « trovatori » oggi, e nel 2019 è uscito Viaggio in Occitania (Aicurzio, Virtuosa-mente), saggio e antologia delle opere di d’Arbaud, Delavouet, Ganhaire.